Luna nera by Laurell K. Hamilton

Luna nera by Laurell K. Hamilton

autore:Laurell K. Hamilton
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
Tags: Horror, Fiction
ISBN: 9788850212231
editore: TEA
pubblicato: 2006-01-01T23:00:00+00:00


Badando a non toccarmi, parlò con voce neutra. «Anita, ti senti bene? Hai un aspetto terribile...»

«Be', non è che mi senta proprio bene.»

Mi sfiorò una guancia con la punta delle dita, uno spettro di carezza che mi fece rabbrividire. Quando mi toccò la ferita, mi scostai di scatto per il dolore. Il sangue che gli ornava i polpastrelli scintillò alla luce dell'abitacolo. Guardandolo mentre fissava il sangue, vidi la tentazione nei suoi sinceri occhi marroni. Fu sul punto di succhiarsi le dita per pulirle, come aveva fatto Rafael. Invece se le pulì sul soprabito, anche se non riuscì a celare la propria esitazione, e si rese conto che l'avevo percepita.

«Anita...»

La portiera posteriore si aprì. Mi girai di scatto, sfoderando l'unico pugnale che mi restava, e ancora una volta fui sopraffatta dalla nausea e dalla vista che si annebbiava, perché il movimento era stato troppo brusco. Stephen il Lupo Mannaro aveva aperto parzialmente la portiera e mi fissava, come paralizzato, con gli occhi azzurri sgranati. O, meglio, fissava il pugnale d'argento che impugnavo. Sembrava non essersi accorto che la vista annebbiata e la nausea mi rendevano incapace di usarlo. Forse, sollevandomi e girandomi sul sedile, gli avevo dato l'impressione di volerlo aggredire. In verità, ero stata spinta dall'impulso di colpire alla cieca, come un pipistrello, senza neanche contemplare la possibilità che non fosse stato un nemico ad aprire la portiera.

«Non mi avevi detto che ti saresti fatto accompagnare.»

«Avrei dovuto», replicò Richard.

Mi rilassai, sedendo sui talloni. «Avresti dovuto...» Il pugnale scintillava alla luce dell'abitacolo. Sembrava ben tenuto, affilato come un rasoio, e in effetti lo era.

«Volevo soltanto vedere come sta Louie», si scusò Stephen, che sembrava un po' scosso. Indossava una giacca di pelle nera borchiata d'argento, chiusa alla gola. I capelli biondi, lunghi e ricci, cadevano sulle spalle. Sembrava un motociclista effemminato.

«Magnifico.»

Stephen guardò Richard, che annuì, e io, più che vederlo, avvertii quel cenno. «Tutto okay, Stephen.» Qualcosa, nella sua voce, m'indusse a girarmi lentamente a guardarlo.

Aveva un'espressione strana. «Forse sei davvero così pericolosa come fingi di essere.»

«Non fingo affatto, Richard.»

Annuì. «Forse no.»

«È un problema?»

«Direi di no, almeno finché non spari a me o a quelli del mio branco...»

«Non posso prometterti niente, a proposito di quelli del branco.»

«Spetta a me proteggerli.»

«Allora assicurati che mi lascino in pace.»

«Ti batteresti con me per questo?»

«E tu? Ti batteresti con me?»

Sorrise, ma senza allegria. «Non potrei, Anita. Non potrei mai farti del male.»

«Ecco in cosa siamo diversi, Richard.»

Si curvò su di me come per baciarmi, ma sul mio volto vide qualcosa che lo fermò. «Ti credo.»

«Bene.» Continuando a fissarlo in viso, rinfoderai il pugnale. Non avevo bisogno di abbassare lo sguardo alla guaina, per farlo. «Non sottovalutarmi mai, Richard, e non sottovalutare neanche quello che sono disposta a fare per restare viva, o per mantenere in vita gli altri. L'ultima cosa che voglio è battermi con te, ma, se non controllerai il tuo branco, allora non mi tirerò indietro.»

Si allontanò da me, con espressione quasi rabbiosa. «È una minaccia?»

«Il branco è fuori controllo, e tu lo sai.



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